Recentemente ho acquistato un noto racconto d’avventura a tema piratesco.
“La vera storia del pirata Long John Silver” di Björn LARSSON
Una della prime cose che colpisce del libro, ancora prima di leggerlo, è il formato.
Si tratta di uno stretto rettangolo, simile a un mattone, quindi più corto dei libri normali. La copertina presenta quello che sembra un bel dipinto ad olio, in netto contrasto con i trend moderni da libreria. La carta spessa e ruvida trasmette subito una sensazione di qualità, sia visiva che tattile.
Non è così frequente pensare di un libro che sia un “bell’oggetto”.
Si tratta di un’opera edita da una storica casa editrice italiana, Iperborea, specializzata nel portare in Italia letture di qualità dai paesi del nord Europa.
Affascinato ho deciso di approfondire, chi era questa casa editrice?
Ho scoperto che tutti i loro libri presentano le caratteristiche sopra descritte. Non è banale, il formato in particolare è una caratteristica distintiva sin dal 1987, anno di fondazione
Chiunque abbia un po’ d’esperienza della vita d’azienda sa benissimo che non è facile restare così stabili e decisi in queste cose.
Inevitabili periodi di magra, o paura di futuri tali, mettono facilmente tutto in discussione e il canto di sirena della moda del momento è sempre dietro l’angolo.
Per non parlare dei cambi di posizioni di manager con il frequente effetto di “cambiamo tutto per dimostrare che”.
La stessa casa editrice inoltre, fedele alla propria mission, si occupa anche di organizzare e tenere eventi culturali riguardanti i paesi del nord Europa.
Festival, corsi di lingua, approfondimenti e altro ancora.
Insomma ci sarebbe molto da dire, sicuramente si tratta di un concerto di scelte azzeccate e non banali.
Ma la prima cosa che salta all’occhio è la stabilità.
Non ci sono cambi di rotta continui alla ricerca di più verdi praterie, discontinuità schizzofreniche alla ricerca di profitti laterali, tentativi evidenti di uniformarsi o altro ancora.
E questo da alla cosa editrice un GRANDE potere. Sono incredibilmente riconoscibili e apprezzati.
Certo non deve essere sempre stato così, ci saranno state varie fasi di incertezza, di dubbio o di critica, come è sempre.
La domanda quindi è, sei disposto a perseverare nelle tue scelte “editoriali” (che sia personal brand, un progetto o altro), attraverso i dubbi, le critiche e le incertezze fino a che la tua forte stabilità e certezza in queste scelte non diventa un marchio di fabbrica?
Link utili
Il restyling di Iperborea in un articolo de “Il Post”
La descrizione de “La vera storia del pirata Long John Silver”
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